Diversi studi hanno messo alla prova il PRP nel trattamento dell’ematoma e ne hanno osservato la guarigione, confermata da follow-up fino a sei settimane dalla prima somministrazione.
L’utilizzo del PRP ha contribuito a interrompere cicli di continue recidive seguite a trattamenti chirurgici o a cure steroidee. Quando si è osservata una lieve recidiva con ridotto riaccumulo di versamento ematico a seguito della prima applicazione di PRP, con una seconda applicazione, al settimo giorno dalla prima e con medesima procedura, si è assistito a un completo assorbimento dell’otoematoma.
La valutazione clinica, disposta a una guarigione completa, può essere stabilita all’integrale riassorbimento dell’otoematoma, assenza di prurito e infiammazione, che vanno accertati con controlli settimanali e fino a sette giorni dalla completa guarigione.
Sino ad oggi, in letteratura, si descrive l’infiltrazione di volumi ridotti di PRP, che spesso però portano a una lieve riformazione dell’ematoma e alla necessità di effettuare nuovi drenaggi e infiltrazioni (fino ad un totale di 3 trattamenti), sottoponendo il paziente a ulteriori sedute terapeutiche.
A seguito della valutazione dell’outcome clinico, è stato invece dimostrato che l’infiltrazione di volumi più elevati di PRP consente di aumentare la pressione sul vaso lesionato, riducendo il riaccumulo di liquidi nel padiglione ed evitando ulteriori infiltrazioni, anche nei casi in cui il bendaggio compressivo non era stato applicato per motivi legati alla conformazione dell’orecchio del paziente.
La procedura con PRP è risultata meno invasiva di quella chirurgica, che oltre a beneficiare l’animale sottrae il padrone nell’occuparsi di un post-operatorio lungo e complesso. Questi elementi, associati all’assente sedazione dell’animale e alla mancata osservazione di accartocciamenti della pinna, tipicamente causati dalla coagulazione del sangue, offrono una soluzione più completa ed efficace.