Il PRP può essere un'ottimo strumento per curare i cheloidi del cavallo, complicanze quali formazione di tessuto di granulazione esuberante (EGT), meglio conosciuto come cheloide o fibroplasia sono infatti molto frequenti soprattutto alle parti distali degli arti.
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La formazione di tessuto di granulazione attraverso fibroplasia è un componente essenziale della guarigione delle ferite.
Il tessuto di granulazione è importante per il riempimento della ferita stessa, per coprire tendini esposti, ossa, e altre strutture vitali e per provvedere a un substrato per la migrazione epiteliale ed è essenziale per la contrazione della ferita.
Idealmente, la proliferazione del tessuto di granulazione si arresta quando la ferita è stata riempita con nuova matrice e la migrazione epiteliale e la contrazione iniziano, cosi come i principali meccanismi di guarigione.
L'EGT caratterizza un aumento sulla superficie della ferita, irregolare, infiammata in maniera cronica, si contrae male a causa della fibrosi, ed è una barriera fisica alla riepitelizzazione della ferita.
Numerosi studi sperimentali hanno mostrato che bendare una ferita all’arto incrementerebbe il rischio di EGT.
Questo accade a causa di un cambio di tensione di ossigeno a favore di una proliferazione di fibroblasti e di un aumento della neoangiogenesi.
Diversi materiali sintetici o naturali, sono stati sviluppati per incoraggiare la crescita di cellule mesenchimali durante la fase di riparazione, sistemi basati su scaffold, di cui fanno parte membrane in collagene e spugne, amnio, trapianti di pelle, e matrici extracellulari sono state testate in cavalli.
Medicazioni gel in silicone, sono state utilizzate sin dagli anni ’80 come complementari alla chirurgia, questa copertura sintetica non aderente e occlusiva sembra superare altre terapie nel minimizzare l’entità di tessuto cicatriziale. La chirurgia plastica e ricostruttiva usa il dressing di silicone su cicatrici mature ma anche per prevenire la riformazione di cheloidi conseguenti alla loro rimozione, questo suggerisce che il dressing occluda microvasi e gradualmente diminuisca la tensione di ossigeno sino a che il tessuto non giunga ad anossia.
EGT è un rischio solo in quelle ferite che stanno guarendo come ferite aperte, da contrazione e riepitelizzazione.
Dove possibile, le ferite all’arto dovrebbero essere chiuse con tecniche di sutura come chiusura primaria, chiusura primaria ritardata o chiusura secondaria per evitare l’EGT e migliorare il risultato cosmetico e funzionale.
Se una ferita non può essere chiusa a causa di perdita di tessuto, l’iperproliferazione di tessuto di granulazione deve essere controllata con attenzione durante tutto il processo di guarigione.
Grandi ferite aperte, in animali di grossa taglia, particolarmente quelle in aree soggette al movimento, dovrebbero essere considerate ad alto rischio di EGT. Una prima terapia della ferita dovrebbe essere simile a quella di una ferita da suturare e dovrebbe focalizzarsi sul controllo della ferita stessa per evitare infezioni.
Le ferite con masse di tessuto esuberante sono trattate con incisione chirurgica.
Per il trattamento di una ferita chirurgica e la sua guarigione, una strada può essere l’uso del PRP, come affrontato in questo articolo (LINK)
I fattori di crescita rilasciati dalle piastrine includono, tra le altre, PDGF e TGF-Beta.
Il PRP è un mix naturale di stimolatori e inibitori designati per avere effetti sinergici biologici nel contesto di guarigione della ferita. Il PRP autologo gode di un ampio range di applicazioni, come il trattamento di ferite croniche e ha mostrato un’accelerazione nel processo di chiusura di ferite acute della pelle in ambito umano.
Normalmente il sangue di un cavallo contiene approssimativamente 165.000 piastrine per micro litro.
Il rilascio attivo di proteine da parte dei granuli alfa delle piastrine comincia entro 10 minuti dalla coagulazione, con più del 95% di citochine/fattori di crescita rilasciati nella prima ora, dopo di chè, le piastrine sintetizzano e rilasciano ulteriori proteine per regolarela loro attività (5-10 giorni).
La letteratura suggerisce che il PRP dovrebbe raggiungere un fattore di concentrazione da 3 a 5 per assicurare un effetto terapeutico.
PRP è preparato manualmente o usando devices automatici o kit. Nel metodo manuale, il sangue è prelevato dal paziente, un anticoagulante (l’uso di acido citrato destrosio preserva l’integrità della membrana piastrinica) è aggiunto e la mistura viene centrifugata. Nel metodo con doppia centrifuga, il sangue è separato in tre differenti strati: plasma povero di piastrine(PPP) in cima alla falcon, PRP nel mezzo, e globuli rossi (RBC) sul fondo. L’RBC sono scartati, segue una seconda centrifugazione, il PPP viene scartato.
Una volta pronto il PRP, è stabile in forma liquida per 8 ore o più. Visto che la coagulazione induce immediato rilascio di citochine dalle piastrine, queste dovrebbero essere attivate giusto prima di depositare il PRP sulla superfice della ferita. Il modo più comune per farlo è aggiungere al PRP una soluzione di trombina ricostituita in 10% CaCl2.
Il PRP può essere applicato da solo o in concomitanza ad interventi mini invasivi o chirurgici per implementare proprietà rigenerative. La gestione delle cicatrici è un settore in espansione e coinvolge un numero crescente di discipline inclusa la chirurgia plastica, dermatologia e fisioterapia, per citarne alcune.
Il PRP può essere applicato alla ferita sia con uno spray commerciale o con un sistema a doppia iniezione (una siringa di PRP e una con una miscela di trombina/CaCl2) o può essere attivato con trombina/CaCl2 direttamente in centrifuga, dopo di che il risultante gel è applicato manualmente sulla ferita. Quest’ultimo metodo è preferibile su ferite verticali.
PRP inattivato, si è dimostrato esercitare effetti positivi sulla proliferazione dei fibroblasti di legamenti sospensori in cavalli.
In conclusione, dati scientifici supportano l’uso del prp autologo in cavalli per agevolare la riparazione e rigenerazione di tessuti lesi o per chiusura di ferite chirurgiche dopo asportazione di cheloidi.
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