Quando si parla di curare le ferite del cane, o in genere ferite animali, che siano chirurgiche o traumatiche, ci riferiamo a 2 tipi di prodotti:
quelli tradizionali e quelli avanzati.
I tradizionali come unguenti, spray e creme, sono prodotti che non intervengono direttamente sul processo di guarigione.
Oli e creme naturali, come olio di Neem e di iperico o creme ozonizzate, sono prodotti molto semplici a base di estratti naturali, che possono mantenere la ferita libera da infezioni o parassiti, per le proprietà antiparassitarie e antimicrobiche e contribuiscono anche a mantenere la ferita umida che, come abbiamo già detto in questo articolo, è condizione fondamentale per una sua corretta rimarginazione.
Quando si parla di curare le ferite del cane, o in genere ferite animali, che siano chirurgiche o traumatiche, ci riferiamo a 2 tipi di prodotti:
quelli tradizionali e quelli avanzati.
I tradizionali come unguenti, spray e creme, sono prodotti che non intervengono direttamente sul processo di guarigione.
Oli e creme naturali, come olio di Neem e di iperico o creme ozonizzate, sono prodotti molto semplici a base di estratti naturali, che possono mantenere la ferita libera da infezioni o parassiti, per le proprietà antiparassitarie e antimicrobiche e contribuiscono anche a mantenere la ferita umida che, come abbiamo già detto in questo articolo, è condizione fondamentale per una sua corretta rimarginazione.
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Si tratta di prodotti molto utilizzati per il basso costo e la facile applicazione, ma non hanno un vero potere rigenerativo attivo.
I contro, relativi all’utilizzo, riguardano la durata del trattamento e il numero di applicazioni (più di 3 volte al giorno, per almeno 2 settimane, più il mantenimento nelle settimane successive), questo fa lievitare i costi e può portare la risoluzione di una ferita sino a più di 3 mesi dall’inizio del trattamento, a volte i tempi possono essere così lunghi da coincidere con quelli fisiologici di guarigione.
In genere l’utilizzo di questi prodotti non è indicato su ferite profonde, di difficile rimarginazione. In più, non permettono di risolvere il problema di elevata mancanza di tessuto, presente soprattuto in caso di lacerazioni traumatiche o ferite chirurgiche, e dell’impossibilità di bendare o coprire la zona lesa.
Creme e spray hanno più una funzione cicatrizzante, ma questo non esclude che possano essere utilizzate in combinazione con altri prodotti (avanzati).
Il PRP è un derivato ematico ricavato dalla centrifugazione del sangue. Benché molti kit per PRP in commercio si basino su una singola centrifugazione del sangue, molto spesso questo protocollo non è sufficiente ad ottenere un preparato con un’adeguata concentrazione piastrinica, limitando notevolmente l’efficacia del derivato ematico.
I nostri kit si basano su una doppia centrifugazione, la prima serve a separare il plasma (nella parte alta) dai globuli rossi (nella parte bassa).
La zona di separazione tra il plasma e i globuli rossi si chiama interfaccia. L’operazione successiva consiste nel raccogliere tutto il plasma separato sino all’interfaccia, cercando il più possibile di non contaminarlo con globuli rossi.
Il plasma raccolto viene sottoposto ad ulteriore centrifugazione, per far sì che le piastrine si depositino sul fondo andando a formare un pellet piastrinico. A questo punto è sufficiente ridurre il volume di plasma in modo che le piastrine depositate sul fondo possano essere risospese e concentrate in una piccola quantità di plasma.
L’importanza di risospendere le piastrine nel plasma sta nel fatto che quest’ultimo contiene fattori di crescita e molecole attive che contribuiscono anch’esse al processo rigenerativo.
Il processo di concentrazione piastrinica è fondamentale ed impatta l’efficacia del prodotto, in quanto le piastrine rilasciano i fattori di crescita in modalità concentrazione-dipendente.
Un prp di ottima qualità deve essere prodotto con un adeguato protocollo di centrifugazione e la risospensione delle piastrine deve avvenire in un volume notevolmente ridotto di plasma rispetto al sangue intero prelevato, in modo da ottenere un’alta concentrazione piastrinica e conservare molecole attive e fattori di crescita.
Un altro indizio osservazionale indicativo della qualità del PRP è il colore. Il plasma tipicamente è di colore giallo, quindi un plasma ricco di piastrine dovrebbe tendere a quella tonalità. Sappiamo benissimo che nella pratica non è sempre così:
Un sangue lipidico, la specie da cui si preleva o l’alta variabilità all’interno della stessa specie (come nel cane), la concentrazione piastrinica ottenuta, la contaminazione con i globuli rossi, ci mostreranno un prp di colorazione differente
Mentre per infiltrazioni e per soluzioni oculari, ci sono molti kit che permettono di ottenere un prp in forma liquida, seppur con fattori di concentrazione piastrinica diversi, la questione diventa più spigolosa per la cura delle ferite.
In questo caso un prp liquido dovrebbe essere applicato per gocciolamento sulla lesione o essere utilizzato sotto forma di gel, questo tipo di applicazioni però, richiedono necessariamente il bendaggio, il quale porta con sé due problematiche:
Il nostro Ematik Ready è un cerotto riassorbibile che combina il PRP con un supporto tridimensionale formato da biopolimeri dall’azione batteriostatica, e su cui le cellule possano crescere e produrre nuovo tessuto.
In questo modo il prp non viene disperso, ma viene rilasciato nel tempo di contatto sulla lesione, non è necessario bendare la ferita e il tutto verrà riassorbito in circa 5 giorni dall’applicazione.
Il supporto tridimensionale permette di ovviare al problema del tessuto mancante per rimozione di masse o per quelle ferite difficili da bendare o suturare, proprio perché il cerotto può essere suturato con i lembi della ferita, senza difficoltosi riavvicinamenti dei margini e, dunque, senza stressare i tessuti o causare deiscenze.
Quello di produrre il prp in ambulatorio può sembrare una procedura lunga, ma non è sempre così e di sicuro i benefici superano l’artificiosità della preparazione, soprattutto quando si utilizzano kit dedicati e che sfruttano un sistema chiuso e sterile.
Il PRP infatti permette di ridurre i tempi di rigenerazione di una ferita, spesso con una sola applicazione e non produce effetti collaterali, perché il preparato è autologo.
I kit solitamente contengono tutto il necessario per la produzione del derivato ematico e la sua applicazione, con le indicazioni e i corretti protocolli l’operazione diventa molto più semplice, l’esperienza del veterinario farà il resto.
Riducendo i tempi di guarigione, il veterinario sarà in grado di ridurre i tempi per il trattamento e quindi i costi, anche per il padrone dell’animale e soprattutto sarà in grado di garantire al cliente un completo recupero della condizione dell’animale in tempi rapidi, ed anche con ottimi risultati estetici.
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I Derivati ematici per la cura delle ferite di difficile rimarginazione
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2 Comments
Spero di ricevere presto news e novità dalla vostra azienda su prp ed altro
Grazie mille Stefano, abbiamo parlato di prp anche in altri articoli, cliccando sul tag #prp, si accede ad un elenco di post che trattano l’argomento, speriamo possano esserti utili.